bargiornale.it - Cresce il numero degli smartworker in cerca di una base dove connettersi e lavorare. A Milano e presto a Torino, cresce il numero dei locali disponibili, da prenotare dallo smartphone

L’ufficio in caffetteria non è cosa nuova. Più volte i titolari dei locali visitati nel corso dei nostri servizi hanno mostrato spazi dedicati a chi al bar trova ciò che serve per il lavoro e lo studio, con ampi tavoli, prese di corrente elettrica e connessione wi-fi.

Alcuni esercizi che nel post Covid hanno visto un drastico calo di presenze (ad esempio nelle città turistiche) hanno segnalato negli smartworker una preziosa ancora di salvezza, soprattutto se stranieri: nell’arco di una mattinata consumano più preparazioni (soprattutto a base latte) arrivando spesso al pasto.

 

Gli smart worker? Buoni clienti

Cos’è lo smart working? La traduzione letterale in italiano è “lavoro intelligente”, l’Osservatorio del Politecnico di Milano lo definisce «una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati». Il loro numero è in crescita nel nostro Paese: 570mila (Milano ne conta 145mila), con un aumento del 20% rispetto al 2018, cui per lo più fanno capo web editor, grafici, copywriter, fotografi, studenti, manager che possono scegliere dove, come e quando lavorare. Se fino a poco fa si doveva procedere per tentativi o conoscenze ora c’è un’app gratuita ideata dal 26enne Riccardo Suardi a fornire una bussola.

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