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Cosa ci insegnano Starbucks Bear Cup e Labubu: 3 spunti per gli operatori del foodservice

Cosa ci insegnano Starbucks Bear Cup e Labubu: 3 spunti per gli operatori del foodservice

Il 6 novembre 2025, Starbucks ha lanciato il Bearista Cup: un bicchiere di vetro a forma di orsetto con il celebre cappello verde del brand. nata come una chicca stagionale, in poche ore è diventata un oggetto del desiderio. venduta a 29,95 dollari, ha scatenato un entusiasmo collettivo, tra code notturne, video virali su #bearistacup e una corsa agli annunci online dove ha raggiunto prezzi fino a 325 dollari. 

Un semplice bicchiere d’orso che ha fatto il giro del mondo. e che oggi racconta molto più di una moda passeggera: parla di design che emoziona, di collezionismo spinto dall’affezione, di una scarsità studiata che trasforma un oggetto in un simbolo. per i brand del foodservice, una lezione da osservare con attenzione. perché la magia sta tutta lì, nell’incontro tra oggetti che raccontano storie e persone pronte a viverle. 

 

In sintesi 

 

The Starbucks Bearista Cup: quando un bicchiere diventa oggetto del desiderio 

 

Nata come edizione natalizia limitata, la Bearista Cup si è trasformata in un piccolo oggetto del desiderio. I negozi ne ricevevano appena una o due per volta, e questo ha acceso la miccia. File, attese all’alba, qualcuno che si accampa, qualcun altro che si affida alla fortuna. L’effetto? Una febbre collettiva che ha invaso TikTok e Reddit, tra video ironici e racconti di conquista, trasformando ogni tazza acquistata in un trofeo da mostrare. 

 

Nel giro di pochi giorni, sold out in tutti gli Stati Uniti. E mentre i prezzi volavano sopra i 300 dollari, Starbucks si è affrettata a rassicurare i clienti: altre tazze sarebbero arrivate. Ma a quel punto, la Bearista Cup era già diventata qualcosa di più. Un piccolo oggetto con un grande potere: evocare emozioni, creare senso di appartenenza, far parlare di sé. 

È questa la forza di un branding che tocca le corde giuste. Che parte da un gesto quotidiano, bere un caffè e lo trasforma in esperienza, in racconto, in comunità. Perché a volte basta un orsetto col cappello verde per sentirsi parte di qualcosa di speciale. 

 

Il fenomeno Labubu 

 

Molto prima che la Bearista Cup diventasse virale, c’era già chi aveva fatto della sorpresa una forma d’arte. I Labubu di Pop Mart, strane creature dai denti affilati e dalle orecchie enormi, incarnano l’estetica del “brutto ma carino” che domina il mondo dei collezionabili. Ogni pezzo arriva in una blind box, chi compra non sa quale versione troverà finché non apre la scatola. È un piccolo rito, che scatena emozioni forti e crea legami. 

 

Quel mix di sorpresa e desiderio ha trasformato i Labubu in oggetti ambitissimi. Alcuni vengono rivenduti per centinaia o migliaia di dollari. Una volta, un Labubu a grandezza naturale ha toccato i 150.000 dollari in un’asta a Pechino. E nel 2024, solo questa linea ha generato 418 milioni di dollari, con una crescita del 726% in un solo anno. 

 

Come Starbucks, anche Pop Mart riesce a trasformare i suoi prodotti in piccoli token emotivi. Oggetti che non si comprano solo per quello che sono, ma per quello che fanno sentire. Perché quando il design incontra la scarsità, e lo storytelling fa il resto, nasce qualcosa che resta. Nella memoria, nei cuori, nelle community. 

 

 

Fattori di successo condivisi: la logica virale dei collezionabili 

 

  1. Scarsità strategica 
    Starbucks ha creato scarsità per caso, Pop Mart lo fa per scelta. In entrambi i casi, la disponibilità limitata alimenta la FOMO e accende il desiderio. Per i marchi del foodservice, la scarsità funziona quando è pianificata e ben raccontata. 

  1. Design emozionale 
    La Bearista Cup e Labubu colpiscono al cuore. Carini, strani, unici: evocano emozioni immediate. Il design emozionale crea attaccamento, e l’attaccamento porta a tornare. Ancora e ancora. 

  1. Meccaniche della sorpresa 
    Con le blind box, Pop Mart mantiene l’attenzione viva. Starbucks, anche senza volerlo, ha ottenuto un effetto simile: nessuno sapeva quali negozi avrebbero ricevuto rifornimenti. Anche il foodservice può giocare questa carta, con mystery drop o edizioni stagionali. 

  1. Validazione del mercato secondario 
    Quando una tazza da 30 dollari arriva a 300, la rivendita non è solo business: diventa racconto. E il racconto dà forza al brand. 

  1. Amplificazione tramite influencer e UGC 
    Labubu si è fatto notare grazie a celebrity come Lisa dei BLACKPINK e Kim Kardashian. La Bearista Cup è esplosa grazie ai contenuti spontanei su TikTok e Reddit. L’amplificazione nasce dalle persone. 

  1. Distribuzione omnicanale 
    Pop Mart è ovunque, dal negozio fisico al TikTok Shop. Starbucks ha una rete fisica fortissima, ma la vera occasione si chiama e-commerce, con drops esclusivi e collezioni digitali. 

  1. Continuità narrativa 
    Pop Mart non smette mai di sorprendere, tra restock e collaborazioni. Starbucks, con un solo drop, ha acceso i riflettori ma poi ha lasciato il palco. La continuità è la chiave per tenere accesa l’attenzione. 

 

Errori da evitare 

 

  • Sottovalutare la domanda 
    Starbucks ha sottostimato l’interesse, distribuendo uno o due pezzi in negozi visitati ogni giorno da migliaia di persone. Per le edizioni limitate, è utile prevedere che almeno il 5–10% del pubblico possa volerle. Meglio giocare d’anticipo che inseguire la richiesta. 

 

  • Scarso controllo sulla rivendita e sull’accesso dei dipendenti 
    Alcuni dipendenti avrebbero acquistato le tazze prima ancora dell’apertura dei negozi, scatenando polemiche online. Serve una policy chiara per evitare favoritismi e tutelare l’equità dell’esperienza d’acquisto. 

 

  • Mancanza di comunicazione sulle disponibilità 
    Starbucks ha parlato genericamente di “più merce in arrivo”, senza specificare dove o quando. Il risultato? Delusione diffusa. Una comunicazione trasparente è la base per costruire fiducia e gestire le aspettative. 

 

Tre takeaways per gli operatori del foodservice 

 

  • Il merchandising come flusso di ricavi 
    La Bearista Cup dimostra che il merchandising firmato non è un extra: è un’opportunità concreta. Prodotti limitati, progettati con cura e carichi di emozione, possono spingere vendite e creare connessioni forti con il pubblico. 

 

  • Branding emozionale più forte di quello funzionale 
    Chi acquista la Bearista Cup non cerca solo un contenitore, ma un simbolo. Un oggetto che rappresenta qualcosa. Il valore sta nel significato, non nell’utilità. 

 

  • Scarsità controllata e comunicazione chiara 
    La scarsità funziona quando è pensata, gestita e raccontata. I drop limitati di Starbucks e Pop Mart coinvolgono perché sanno unire esclusività e trasparenza. E ogni lancio diventa un momento di aggregazione, un’esperienza che unisce. 

 

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