Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è diventato sempre più centrale per il settore alimentare, in particolare per quello del foodservice. La pressione arriva soprattutto dalle nuove generazioni, che chiedono scelte più etiche e responsabili anche quando si tratta di dove ordinare un caffè o un panino.
Il packaging sostenibile si inserisce in questo contesto con un ruolo chiave. Deve però affrontare una sfida complessa: ridurre l’impatto ambientale senza compromettere igiene, sicurezza alimentare e funzionalità e, allo stesso tempo, adattarsi a un mondo in continua evoluzione, dove materiali, abitudini e tecnologie cambiano in fretta.
Materiali innovativi nel packaging sostenibile
Le bioplastiche stanno guadagnando spazio come alternativa: nel 2024 la capacità produttiva globale è circa 2,47 milioni di tonnellate, con una proiezione verso 5,73 milioni entro il 2029; nello stesso 2024 l’industria ha operato in media al 58% di utilizzo (circa 1,44 milioni di tonnellate effettivamente prodotte). inoltre, il 45% delle capacità è destinato al packaging, che resta il principale sbocco. questi materiali possono essere biobased, biodegradabili o entrambi. Tuttavia, non sempre sono compostabili e la loro gestione dipende molto da come viene organizzato il riciclo nella zona in cui vengono smaltite.
Guardando avanti, il packaging edibile è tra le soluzioni più interessanti: il mercato globale è stimato in 1.205,6 milioni di dollari nel 2025, con crescita prevista a 1.847,8 milioni nel 2032 (cagr 6,29%). oggi è ancora in fase sperimentale e poco diffuso su larga scala, ma il potenziale per ridurre gli scarti è significativo, soprattutto per film e rivestimenti a base di alghe e proteine naturali.
Sono idee sperimentali, ancora poco diffuse su larga scala, ma con un grande potenziale per ridurre gli scarti.
Anche materiali come alghe e micelio, la parte vegetativa dei funghi, stanno emergendo come alternative interessanti.
Tendenze emergenti e tecnologie all’avanguardia
Una delle tendenze più interessanti è quella del packaging riutilizzabile. In contesti urbani, alcuni locali stanno offrendo contenitori restituiti con cauzione o incentivando i clienti a portare i propri. Un esempio concreto arriva da Berlino, dove Isla Coffee ha adottato un approccio zero waste. In collaborazione con la startup Kaffeeform, ha creato tazze realizzate con fondi di caffè e legno riciclato. Il locale valorizza ogni passaggio della filiera, riutilizzando persino il latte avanzato per produrre ricotta fatta in casa e lavorando solo ingredienti stagionali.
Anche la tecnologia può aiutare a ridurre gli sprechi. Domino’s ha introdotto QR code direttamente sui cartoni delle pizze per fornire istruzioni di riciclo specifiche in base alla città. In Italia, l’app Junker permette di scansionare il codice a barre di un imballaggio e ricevere indicazioni su come smaltirlo correttamente.
Un altro fronte di sperimentazione riguarda le bioplastiche prodotte da fonti alternative come scarti agricoli, vinacce o residui industriali. Questi materiali evitano l’utilizzo di colture dedicate e si integrano meglio in un’economia circolare.
Sfide del settore
Nonostante le innovazioni, restano numerosi ostacoli. Le bioplastiche e gli altri materiali sostenibili hanno spesso costi di produzione più alti rispetto alla plastica convenzionale. Questo è un problema soprattutto per le piccole e medie imprese che faticano a sostenere l’investimento iniziale.
Esiste poi una certa resistenza al cambiamento, sia da parte delle aziende che dei clienti. Infine, la gestione degli imballaggi sostenibili è resa complessa dalle differenze infrastrutturali tra regioni. In molte zone, mancano gli impianti necessari per compostare correttamente i materiali compostabili, che rischiano così di finire nell’indifferenziata o di essere inceneriti.
Opportunità e vantaggi competitivi
Nonostante le difficoltà, puntare sulla sostenibilità è una scelta che può premiare.
Chi adotta soluzioni sostenibili e comunica in modo chiaro il proprio impegno riesce a distinguersi e a costruire una relazione più forte con i clienti, soprattutto con le nuove generazioni. Inoltre, in molti paesi esistono incentivi economici e sgravi fiscali per chi sceglie materiali alternativi e pratiche più responsabili.
Case study di successo
Nel Regno Unito, Wahaca è stata una delle prime catene di ristoranti a indicare l’impronta carbonica dei piatti nel proprio menù. Oggi, il 60% dei piatti proposti è vegetariano. Green King ha invece lanciato un calcolatore gratuito per supportare i propri partner nella misurazione delle emissioni, in collaborazione con Zero Carbon Forum.
Un altro caso significativo arriva dalla Svizzera. Beelong, un’organizzazione con sede a Losanna, ha ideato l’Eco-Score. Questo sistema assegna a ogni piatto un punteggio basato su criteri come le emissioni di CO₂, il metodo di coltivazione e il trasporto. Coop ha adottato l’Eco-Score su oltre 2000 prodotti a marchio proprio, contribuendo a rendere più trasparente l’impatto ambientale delle scelte alimentari.
Anche il ristorante Frea, a Berlino, è un esempio concreto di economia circolare applicata alla ristorazione. Composta tutti i rifiuti organici in loco e li restituisce alle aziende agricole da cui si rifornisce. Un modello che dimostra come sostenibilità e buona gestione possano andare di pari passo.
Prospettive future nel packaging sostenibile
Il futuro del packaging per il foodservice si giocherà sempre di più sull’innovazione. Nuovi materiali biodegradabili, pellicole naturali con proprietà antimicrobiche e bioplastiche prodotte a partire da CO₂ catturata stanno passando dalla fase di laboratorio alla realtà.
Ma non basta l’innovazione tecnica: sarà fondamentale anche lavorare sul lato culturale. Servirà una collaborazione costante tra imprese, istituzioni, enti di ricerca e cittadini per sviluppare sistemi di etichettatura chiari, infrastrutture efficienti e una cultura del riuso e del riciclo diffusa e condivisa.
Fonti
- Isla Coffee, https://islacoffee.de
- Beelong, https://beelong.ch/en
Sigep Vision sustainability