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Nel settore foodservice, la croccantezza non è solo una caratteristica legata alla texture: è un potente attivatore sensoriale. Il "fattore crunch" ha un ruolo strategico nell'esperienza alimentare: dalla progettazione del prodotto alla comunicazione, vedremo come la croccantezza possa influenzare la percezione di freschezza, la soddisfazione del cliente e il valore percepito di un piatto o snack.
Il valore strategico della croccantezza nel foodservice
Nel contesto competitivo del foodservice, dove la differenziazione passa sempre più dall'esperienza, la croccantezza si impone come segnale distintivo di qualità. La sua rilevanza non è soltanto legata al gusto o alla texture, ma al valore che comunica: è percepita come indice di freschezza, attenzione alla lavorazione e cura del dettaglio.
Una texture croccante suggerisce che il prodotto è stato preparato di recente, fritto al momento o ben conservato. Nel caso di snack o panature, il crunch comunica una lavorazione artigianale o una ricetta premium. In altri casi ancora, diventa parte dell'identità stessa del prodotto: basti pensare a una crosta di pane ben cotta o a una frittura perfetta.
Dal punto di vista del posizionamento, il crunch può essere sfruttato come elemento di branding sensoriale: un segno distintivo riconoscibile, che entra nella memoria del cliente e rafforza la coerenza tra promessa di qualità e percezione reale.
Cosa dicono i dati: il crunch è sinonimo di qualità
Secondo una ricerca di Ingredion, oltre il 79% dei consumatori associa la sensazione acustica e tattile generata dal crunch di un alimento agisce ad un segnale di autenticità e genuinità del prodotto. Uno studio condotto tra Corea del Sud e Giappone ha evidenziato come oltre il 70% degli snack analizzati presenti sul mercato ha una texture croccante, dimostrando che il crunch è un driver sensoriale centrale. Questa correlazione tra stimolo sensoriale e risposta affettiva rende il crunch un asset prezioso per chi progetta piatti, snack o prodotti horeca.
Le differenze culturali sono anch’esse rilevanti: nei mercati asiatici la croccantezza estrema viene apprezzata come segno di vitalità e forza del prodotto; in Europa meridionale (Italia inclusa), una croccantezza più equilibrata viene associata a eleganza e maestria.

Le categorie in cui il crunch fa davvero la differenza
Ci sono categorie di prodotto in cui la croccantezza non è un'opzione, ma un elemento determinante per la scelta: snack salati, fritti, panature, tacos, croste da forno. In questi casi, la mancanza di crunch viene percepita come segno di scarsa qualità o prodotto stantio.
Corn NUTS®: quando il consumatore predilige il “croccante, ma non troppo”
Il marchio Corn NUTS ha innovato la propria linea di snack proponendo una variante semi-soffiata, mantenendo il crunch ma rendendolo più accessibile. Questa scelta è nata da un insight fondamentale: alcuni consumatori evitavano il prodotto perché troppo croccante. Bilanciando intensità e accessibilità, il brand ha potuto ampliare il proprio target e rinnovare l'esperienza sensoriale senza tradire l'identità originale.
Gli snack per la Gen Z
Il crunch è un driver sensoriale centrale, soprattutto per la Generazione Z, definita "la generazione dello snacking", dato che il 76% di questo gruppo consuma snack almeno una volta a settimana. Campbell’s Foodservice ha inserito sul mercato prodotti come le chips air fried di Kettle Brand, incluse le “Himalayan Salt Kettle Chips”, che rispondono alla domanda di snack leggeri ma soddisfacenti, ideali per coffee shop e locali casual frequentati dalla Gen Z. Anche Cape Cod e Snyder’s of Hanover propongono snack croccanti, con sapori speziati o nostalgici, che attraggono i giovani consumatori. Questi esempi mostrano come l’innovazione sulla croccantezza e la texture sia fondamentale per attrarre i giovani snackers nel foodservice, combinando gusto, salute e praticità
Implicazioni per ricerca, sviluppo e packaging nel B2B
Nel mondo B2B, la croccantezza può essere progettata fin dalle prime fasi di sviluppo prodotto. Questo significa definire con precisione:
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	il tipo di crunch desiderato (secco, esplosivo, granuloso) 
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	il tempo di mantenimento della croccantezza dopo la cottura o in esposizione 
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	la compatibilità con metodi di conservazione e servizio 
A livello di packaging, è essenziale garantire che la texture non venga compromessa dal contatto con umidità o condensa. Alcuni brand stanno sperimentando pack che amplificano il suono del crunch al momento dell'apertura, rendendolo parte del rituale di consumo.
Infine, i test sensoriali strutturati (panel training, mappature qualitative, prototipazione rapida) aiutano i team R&D a validare la percezione della croccantezza non solo in laboratorio ma anche in condizioni reali di servizio.
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