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Craveability: perché oggi è un tema chiave nel foodservice
Nel foodservice moderno, la differenziazione passa per il gusto. Il concetto di craveable food descrive quei prodotti capaci di generare desiderio ricorrente nei clienti, trasformando ogni consumo in un’esperienza memorabile. Per i buyer e i decisori aziendali, la craveability è una metrica strategica: aumenta la frequenza d’acquisto, migliora la fidelizzazione e rafforza la brand identity.
In Europa e India, mercati ricchi di cultura gastronomica e in rapida evoluzione, la domanda di esperienze sensoriali è in crescita. Secondo Kerry, 2024, il 67% dei consumatori europei dichiara di tornare in locali che offrono piatti dal sapore "memorabile", anche se salutari.
Le neuroscienze del desiderio alimentare
La craveability ha basi scientifiche. Alimenti ricchi di umami, zuccheri e grassi attivano i circuiti dopaminergici del cervello, generando un effetto di ricompensa. Ma non è solo questione di gusto: anche la temperatura, la texture, l’odore, il colore e persino il suono (es. la croccantezza) influenzano la percezione di desiderabilità.
Per questo le soluzioni craveable si progettano pensando all'intera esperienza sensoriale. I cibi più addictive al mondo (pizza, patatine, cioccolato) sono casi studio da cui estrarre logiche replicabili per il food design tech-enabled.
L’esperienza sensoriale come leva di fidelizzazione
Un cliente soddisfatto è un cliente che ritorna. Oggi i brand vincenti progettano momenti multisensoriali: visione della preparazione, profumi ambientali, impiattamento accattivante, interazione personalizzata.
Catene come Vapiano o Pret A Manger puntano sull’interazione visiva e olfattiva. In India, Barbeque Nation ha integrato griglie al tavolo per coinvolgere attivamente il cliente nella preparazione, aumentando engagement e memorabilità.
Tecnologie che esaltano i sapori
Flavor Mapping e AI-driven Food Pairing
L’intelligenza artificiale consente di analizzare migliaia di combinazioni molecolari per identificare mix di ingredienti che massimizzano il piacere gustativo. È il caso di NotCo, 2023, che usa l’algoritmo Giuseppe per creare versioni plant-based con lo stesso appeal dei prodotti animali.
Menù data-driven
Craveable Brands, 2023 ha rivoluzionato la gestione dei menù attraverso Google Cloud: menu digitali aggiornabili in tempo reale, analisi predittiva del comportamento dei clienti e riduzione dei costi operativi del 75%.
Aromatizzazione avanzata e fermentazione
Tecnologie di fermentazione controllata, aromi microincapsulati e boosting dell’umami permettono di creare profili intensi, replicabili e scalabili. Soluzioni ideali per franchising o catene in espansione.
Zappfresh, 2024
La startup indiana Zappfresh sfrutta i dati per adattare l’offerta ready-to-cook alle preferenze regionali, ottimizzando gusto, tagli e marinature secondo criteri di desiderabilità.
Craveability e salute: un binomio possibile
L’evoluzione dei gusti porta a un consumatore esigente: vuole cibi buoni e salutari. Le aziende vincenti adottano soluzioni tech che consentono di mantenere l’indulgenza in prodotti a basso contenuto di zuccheri, grassi o proteine animali.
Sweetgreen, 2023
Con il proprio Food Lab, Sweetgreen progetta insalate e bowl utilizzando dati su preferenze e gusti locali. Il risultato: piatti healthy e craveable allo stesso tempo.
The Brooklyn Creamery, 2023
L’azienda indiana produce gelati senza zuccheri aggiunti e ad alto contenuto proteico, combinando tecniche di flavor engineering e ingredienti funzionali per mantenere l’effetto “indulgente”.
NotCo, 2023
L’AI sviluppata da NotCo consente di riprodurre fedelmente sapori animali in ricette completamente vegetali, aumentando l’accettazione di prodotti plant-based da parte del pubblico generalista.
Come integrare le craveable technologies nel proprio modello di business
Per buyer e decisori del foodservice, la sfida è implementare queste soluzioni in modo scalabile e misurabile. Ecco alcuni passi concreti:
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Identificare partner foodtech specializzati
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Avviare test su un numero limitato di referenze o punti vendita
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Raccogliere dati sensoriali e comportamentali post-lancio
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Integrare strumenti digitali per l’aggiornamento in tempo reale dei menù
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Formare il personale sull’approccio esperienziale al food
Un esempio: introdurre una referenza craveable, misurare la crescita di ordini ripetuti, raccogliere feedback e poi procedere con l’estensione.
Conclusione: innovare per desiderare
La craveability è oggi una leva strategica nel foodservice. Non si tratta solo di fare piatti buoni, ma di progettare prodotti irresistibili grazie a tecnologie sensoriali, AI e dati. Per le aziende che vogliono innovare, il futuro del gusto è già presente: è scalabile, misurabile e profondamente umano.
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