Sigep Community

1. Com’è cambiata la cultura del caffè in questo ultimo anno e quali sono le prospettive future?
È cambiata soprattutto l'abitudine del consumo, sempre più casalingo e meno al banco, che per il mercato italiano rappresenta un cambiamento rivoluzionario, da consumatori prevalentemente di espresso quali siamo. Ciononostante il consumo al bar si è mantenuto dopo le riaperture e chi si aspettava una trasformazione radicale nelle abitudini del consumatore non ha indovinato le previsioni. C'è forse una consapevolezza maggiore da parte del consumatore, che comunque, va detto, era già una tendenza in crescita prima della pandemia, la situazione contingente ha solo accelerato un cambiamento in corso.


2. Qual è il motivo che ti spinge a partecipare a Sigep?
Perché è un punto di riferimento per il settore gourmet in Italia e non solo, anche grazie agli eventi e alle competizioni che vi si svolgono, che attraggono pubblico internazionale e di fascia elevata. È un momento di incontro anche per presentare prodotti e proposte più innovative proprio grazie a questo carattere e grazie alla spinta propulsiva dell'evento.


3. Quanto è importante tornare a fare i concorsi in presenza in fiera e formare i giovani talenti?
È assolutamente indispensabile. Il periodo di pandemia ci ha sicuramente insegnato che alcuni contenuti si possono anche far arrivare da remoto, anzi in qualche caso risulta molto più pratico. Ci ha anche fatto comprendere però come la presenza rappresenti un aspetto fondamentale per le nostre attività, per il settore food in generale e ancor di più per il comparto caffè, visto che rappresenta la bevanda "socializzante" per eccellenza". Investire sui giovani talenti da sempre per la SCA è cruciale, proprio per il fatto che la nostra associazione rappresenta la parte più innovativa e meno "ingessata" della filiera.